Come noto, dal biennio passato, i rapporti di cessione di prodotti agroalimentari sono subordinati al rispetto del D. Lgs. 198/2021 recante attuazione della Direttiva (UE) 2019/633 in materia di pratiche commerciali sleali nei rapporti tra imprese nella filiera agricola e alimentare, nonché dell’art. 7 della L. 53/2021 in materia di commercializzazione dei prodotti agricoli e alimentari (“Decreto”).
In data 18 febbraio 2025, presso il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) si è tenuta una riunione della Cabina di Regia avente ad oggetto i controlli amministrativi effettuati dalle Autorità competenti nel corso 2024 nel settore agroalimentare. Durante la riunione, in particolare, è stato approvato il Piano operativo dei controlli nel settore agroalimentare 2025 (“POC 2025”), unitamente ad un Vademecum, a beneficio delle aziende del settore agroalimentare, che sintetizza le tipologie di controlli da attuarsi e le principali sanzioni irrogabili dalle Autorità (“Vademecum”).
Tra le attività di controllo previste dal POC 2025 spiccano quelle finalizzate a contrastare gli squilibri di potere contrattuale nelle relazioni commerciali tra i differenti soggetti della filiera agroalimentare. In tal senso, l’accertamento di comportamenti ascrivibili a pratiche commerciali sleali vietate ai sensi del Decreto diviene per il MASAF un obiettivo prioritario nell’anno corrente. Questo viene perseguito grazie all’operato dell’Ispettorato Centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (“ICQRF”), ossia l’autorità nazionale di contrasto deputata all’attività di accertamento del rispetto delle previsioni del Decreto da parte degli operatori del settore, nonché all’irrogazione delle sanzioni amministrative pecuniarie previste in caso di violazione delle stesse (cfr. art. 8, co. 1 Decreto).
Come emerge dalla Relazione sull’attività di contrasto alle pratiche commerciali sleali svolta durante il 2024, pubblicata sul sito del MASAF il 21 marzo 2025, già nel corso dell’anno passato, i controlli della conformità dei rapporti intercorrenti tra i differenti agenti della filiera alle disposizioni del Decreto sono stati consistenti. Difatti, nel 2024 l’ICQRF ha condotto 809 controlli ispettivi sul territorio nazionale, mediante i quali sono stati verificati 325 operatori del settore (di cui 57 risultati in violazione delle norme poste dal Decreto) e sono state elevate 564 contestazioni amministrative in ragione del mancato rispetto di talune previsioni del Decreto. Sul punto merita osservare che i controlli possono essere attivati sia ex officio dall’ICQRF sia su denuncia di qualsiasi soggetto interessato stabilito nel territorio nazionale, anche per il tramite delle proprie organizzazioni di produttori o di fornitori di riferimento, nonché delle altre associazioni ed organizzazioni indicate dal legislatore all’art. 9 del Decreto (cfr. art. 8, co. 4, e art. 9 Decreto).
Quanto all’anno corrente, il POC 2025 stabilisce che, ai fini dell’avvio di un controllo ex officio nelle transazioni commerciali intercorrenti tra produttori/organizzazioni di produttori primari e imprese di trasformazione e di distribuzione all’ingrosso e al dettaglio (GDO), l’ICQRF deve eseguire in via preliminare un’analisi del rischio finalizzata ad individuare i segmenti della filiera e gli operatori sui quali orientare il controllo. Nello specifico, tale analisi del rischio non può prescindere dalla valutazione dei seguenti elementi:
- esigenza di tutela dei fornitori di prodotti agroalimentari, in particolare a livello di produzioni agricole primarie;
- studio dell’andamento dei mercati, anche grazie ai dati ISMEA, e della loro importanza economica a livello territoriale;
- conoscenza di eventuali particolari situazioni congiunturali di mercato a livello locale da parte degli Uffici territoriali;
- distribuzione, rappresentatività e tipologia delle società della GDO, operanti nelle circoscrizioni di competenza degli Uffici territoriali;
- precedenti irregolarità riscontrate.
I driver sopra elencati rilevano sotto un duplice profilo: limitano la discrezionalità dell’ICQRF nell’attività di controllo ex officio, che rimane così principalmente concentrata nei settori di filiera maggiormente a rischio e permettono agli operatori del settore di stimare il proprio grado di esposizione al rischio di un controllo con esito sfavorevole da parte dell’autorità e, conseguentemente, di adeguare gli accordi di cessione di pro[1]dotti agroalimentari al Decreto.
In conclusione, il POC 2025 e il Vademecum, finalizzati ad efficientare l’attività di contrasto delle pratiche commerciali sleali tra imprese lungo la filiera agroalimentare, riflettono la necessità di procedere in maniera programmata e mirata alla lotta contro gli squilibri di potere contrattuale che caratterizzano la filiera agroalimentare. Conseguentemente, gli operatori del settore alimentare non potranno più temporeggiare e, se non vorranno incappare in aspre sanzioni pecuniarie amministrative, dovranno adeguarsi alle previsioni del Decreto.
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